Illness name: epatite e
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Introduzione
L'epatite E è un' infiammazione del fegato dovuta a un virus a RNA classificato nella famiglia degli hepevirus (HEV: hepatitis E virus) di cui sono stati individuati quattro genotipi, ovverossia gruppi di virus caratterizzati da affinità genetica.
L' infezione è presente in molte aree del mondo con un maggior numero di nuovi casi (incidenza) nei paesi dell’Asia sudorientale e dell’America Latina, in particolar modo dove sono presenti molti abitanti e le condizioni igieniche sono inadeguate. Ogni anno sono segnalati circa 20 milioni di infezioni a livello mondiale, di cui circa 3 milioni causano disturbi (sintomi).
La fascia di età maggiormente interessata dall'infezione è quella tra i 15 e i 40 anni. In Italia, i casi segnalati al sistema di sorveglianza SEIEVA dell’Istituto Superiore di Sanità sono relativamente pochi (poco meno di 200 nel periodo 2007-2016) ma persiste, tuttavia, una scarsa conoscenza dei modi di trasmissione dell’infezione e dei segnali che indicano la sua presenza.
L’infezione è principalmente trasmessa per via oro-fecale, bevendo acqua contaminata con feci di persone o animali malati. Limitati casi sono stati segnalati in seguito all'ingestione di carne suina non adeguatamente cotta.
Sintomi
L'epatite E tende a manifestarsi improvvisamente (forma acuta) a distanza di 15-60 giorni dal contagio del virus . I primi disturbi (sintomi) dell'epatite acuta sono rappresentati da:
- malessere e debolezza
- febbricola
- nausea, vomito
- dolore addominale
- prurito , eruzioni cutanee
A distanza di qualche giorno, generalmente, la pelle e gli occhi assumono una colorazione giallastra ( ittero ). In questa fase le urine possono apparire più scure della norma. I disturbi (sintomi) causati dall'epatite acuta possono durare per un periodo variabile da due a sei settimane e tendono, di solito, a diminuire spontaneamente. In rari casi, documentati anche in donne nel corso del terzo trimestre di gravidanza , l'epatite si può presentare in forma fulminante con il rischio di mortalità per insufficiente funzionamento del fegato.
Cause
Il virus dell'epatite E (HEV), proveniente dalle feci delle persone o degli animali infetti, può sopravvivere in forma attiva e contaminare le acque utilizzate a scopo alimentare o agricolo. Inoltre, il virus è presente nella carne di animali (maiali, cinghiali) non trattata o non adeguatamente cotta.
Per tale ragione l' infezione si trasmette prevalentemente tramite:
- ingestione di acqua, frutta e verdure contaminate con materiale fecale di persone infette, principalmente in aree molto popolate dove non è presente una gestione adeguata degli scarichi delle fogne. La preparazione di pasti da parte di persone malate può diffondere l'infezione in ambito domestico o collettivo
Inoltre, seppure in misura assai meno rilevante, è possibile una trasmissione dell'infezione mediante:
- assunzione di carne suina non adeguatamente cotta
- trasmissione materno-fetale , seppure sia stata documentata solo in un ridotto numero di casi
Diagnosi
La diagnosi di epatite E si basa sui disturbi (sintomi) presenti e su indagini strumentali e di laboratorio. I sintomi caratteristici dell'epatite acuta ( ittero , dolore addominale, nausea, vomito e inappetenza) possono fornire indicazioni al medico per la prescrizione di analisi di laboratorio in grado di individuare la causa dell'epatite.
Un ingrossamento del fegato, con o senza dolore, può essere evidenziato durante la visita medica o un' ecografia addominale.
Nelle analisi di laboratorio si riscontra, di solito, un aumento nel sangue di alcune proteine enzimatiche (transaminasi GOT/AST e GPT/ALT, gamma-GT) che rappresentano un indice dello stato di infiammazione del fegato ed elevati livelli di bilirubina nel sangue e nelle urine.
L'accertamento (diagnosi) di epatite E richiede, comunque, la presenza nel sangue degli anticorpi contro l'HEV. In particolare, gli anticorpi della classe IgM indicano un' infezione in corso mentre quelli della classe IgG possono essere presenti nella fase acuta o a distanza di mesi o anni dalla guarigione. Esiste inoltre un esame molecolare, detto test RT-PCR , per il riscontro dell'RNA virale nel sangue.
Terapia
I disturbi (sintomi) causati dall'epatite E durano, in genere, qualche settimana e tendono a diminuire nel tempo fino a scomparire. La cura consiste in un adeguato riposo e in una dieta specifica a base di cibi leggeri e privi di grassi sino alla guarigione completa delle alterazioni del fegato. In casi più gravi è stato sperimentato con discreto successo l'impiego di farmaci anti-virali quali la ribavirina.
Prevenzione dell'epatite E
L’ infezione può essere prevenuta:
- rispettando le norme igieniche sia collettive (controllo delle acque, gestione degli scarichi fognari, controllo della produzione e distribuzione degli alimenti) che individuali (lavaggio delle mani e degli alimenti, cottura degli alimenti)
- evitando, nei paesi dove l'infezione è presente e diffusa (endemica), l'ingestione di acqua non imbottigliata (anche in forma di ghiaccio), l'assunzione di verdura e frutta lavata con acqua corrente o di alimenti non cotti
È disponibile un vaccino contro l'epatite E che conferisce una efficace protezione contro il virus e favorisce la risposta del sistema di difesa dell'organismo (immunitario). Il suo impiego è suggerito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) alle persone residenti nei paesi dove l'infezione è molto diffusa (Asia sudorientale, America Latina subtropicale) o ci siano epidemie circoscritte, in particolare se le condizioni igieniche non sono adeguate.
Vivere con
L'epatite E, nella maggior parte dei casi, si presenta in forma acuta, dura per qualche settimana e va curata esclusivamente con il riposo e una dieta specifica, basata su alimenti leggeri, poveri di grassi , e ricchi in fibre e verdure. In questo periodo è importante prevenire la diffusione dell' infezione ai familiari e conviventi mediante il lavaggio frequente delle mani e la cautela nella preparazione degli alimenti. Nei casi più gravi, in cui il fegato è compromesso, è indicato il ricovero in ospedale per ricevere le cure necessarie.
Bibliografia
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Prossimo aggiornamento: 6 Marzo 2022